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Bianchino, il pupazzo ambasciatore dell’allegria


Bianchino era appena stato completato quando successe qualcosa di straordinario: una folata di vento gli sistemò il cappello di lana grigio e all’improvviso si sentì… elegantissimo.

Le guance rosate gli si accesero ancora di più e il sorriso si allargò: non era più solo un pupazzo, era Bianchino, il protagonista dell’inverno!

Con le gambe ben piantate a terra e le braccia di lana pronte a muoversi, decise che non voleva più stare fermo in giardino come una semplice figura di neve. No, lui era speciale, e un pupazzo speciale aveva bisogno di una missione speciale.

«Oggi porterò il buonumore in tutto il giardino!» dichiarò, e cominciò a camminare (o meglio, a fare passi buffi e scivolosi) tra la neve fresca, lasciando dietro di sé una piccola scia scintillante.

Il primo incontro fu con un pettirosso infreddolito che saltellava tra i rami.

«Buongiorno, signor Pettirosso!» disse Bianchino. «Ho deciso di distribuire un po’ di allegria oggi. Vuole iniziare con una risata?»

Il pettirosso, stupito, gli si posò sulla testa. E, incredibilmente, cinguettò qualcosa che somigliava molto a: «Perché no?»

Poi arrivò un riccio che aveva perso la strada per tornare nella sua tana. Bianchino lo guidò con piccoli gesti delle braccia e un passo deciso delle sue gambe di lana: il riccio seguì fiducioso e, presto, fu salvo.

Più tardi incontrò una lepre che non trovava la sua carota. Bianchino indicò con un braccio buffo il piccolo orticello nascosto e… la lepre scoppiò a ridere, dimenticando per un attimo la fame.

Alla fine, Bianchino si infilò tra due cespugli e rischiò di rimanere incastrato, perdendo persino uno dei fiocchetti rossi del cappello. Ma anche lì non perse il buonumore: «Ogni pasticcio è un’avventura!» disse ridendo da sotto i rami.

Quando il creatore del pupazzo guardò fuori dalla finestra e vide la figura leggermente spostata rispetto a prima, sorrise e disse: «Che buffo… giurerei che prima era un po’ più a destra.»

Bianchino, orgoglioso e in piedi sulle sue gambe di lana, pensò: «Missione compiuta.»

E così, tra risate, passi buffi e piccoli pasticci invernali, Bianchino rimase lì, un ambasciatore silenzioso dell’allegria, pronto a portare calore e sorrisi anche nelle giornate più fredde.

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