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Il Brutto Anatroccolo

I libri per bambini sono fantastici: poche parole, storie stupende, concetti profondi spiegati con semplicità.

Hans Christian Andersen è stato un maestro in questo.



Hans Christian Andersen nacque il 2 aprile 1805 a Odense, nell'isola danese di Fionia,in Danimarca.

Figlio di un ciabattino e di una lavandaia, il padre morì quando lo scrittore era ancora piccolo, lasciando la famiglia in assoluta miseria.

Nel 1819 il quattordicenne Andersen si recò da solo a Copenaghen, in cerca di fortuna. Qui, dopo vani tentativi per affermarsi nell'ambiente teatrale come ballerino o cantante, trovò infine alcuni protettori che gli fecero avere una borsa di studio, consentendogli di riprendere così gli studi interrotti e di laurerarsi.

Molte delle sue favole hanno una base autobiografica o traggono spunto da leggende popolari.

Oggi voglio parlarvi di una tra le più famose favole di Andersen, Il Brutto Anatroccolo.


Una fiaba che parla di diversità, di emarginazione, di solitudine, di rinascita.

Un anatroccolo diverso dagli altri che è costretto ad abbandonare il cortile della fattoria dove era nato perchè deriso e maltrattato.


Fuori dalla fattoria, però c'è il Mondo che lo aspetta e l'Inverno che fa capolino.


E poi arriva la primavera e con essa la rinascita...


... da piccolo cucciolo covato da una mamma che non è della sua specie (e per questo deriso dagli altri) a giovane cigno bianco riconosciuto dalla sua comunità di appartenenza.




Con questo post partecipo al tema di Gennaio di Ispirazioni & Co. MUTAZIONI.






Commenti

  1. Una favola a lieto fine, mi è sempre piaciuta. Brava Barbara per avercela riproposta.

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  2. Una favola bellissima. Il tema ci sta dentro a pennello!

    RispondiElimina
  3. Rileggendo questa fiaba troviamo una grande verità; ci trasformiamo quando affrontiamo il cammino di accettazione di noi stessi e troviamo la nostra identità contro ogni rifiuto.
    Grazie per avermela ricordata. Ciao cara

    RispondiElimina

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